



Sono appena rientrato a casa,ho fumato l'ultima sigaretta sul terrazzo (come al solito),ho salutato Giovanni che parte per Stoccolma e ho cominciato a ripensare insistentemente a scrivere qualcosa ,almeno una traccia dei tanti pensieri e delle tante parole scambiate stasera a cena con i "soliti"partigiani.Si i soliti vecchi partigiani di Spezia che ormai abbiamo sentito parlare così tante volte di questa costituzione,di questa resistenza,di quest'antifascismo che non ci accorgiamo che non abbiamo sentito,anzi ASCOLTATO mai abbastanza.
La cena a Solaro per la festa della Repubblica è il solito allegro gozzoviglio di pesce vino e bandiere rosse e puntualmente arriva la solita richiesta di silenzio per il Gancia,"ch' i gà quarcò da dirve fanti!"Le posate tacciono e giovani e vecchi,bambini mamme e nonne,si smette tutti di chiaccherare ,di mangiare e si ascolta quell'omone dagli occhi azzurri,con la voce roca,ferma,fiera,che minaccia chi si azzarderà a non andare a votare per queste elezioni europee ormai imminenti."Mi dicon che parlo sempre della costituzione,che son noioso!" tuona il Gancia dall'alto dei suoi 82 anni,"Ma me anae sui monti per doi ani cò no Sten in mano a ne me pae noioso!"..(applausi)..
Continua il Gancia a parlare di quel mondo che lui dice di vedere ogni giorno negli occhi dei giovani,dei giovani "liberati",come li chiama lui,quel mondo che in reltà sta sparendo lentamente attorno ogni giorno che passa per lasciare spazio ad un altro "mondo".
Quel mondo che non ha ancora rispetto di chi ha lavato col sangue la liberazione e tenta di equiparare con una legge i repubblichini fascisti con chi gli ha combattuti.
Quel mondo che riscrive e che dimentica la storia,e soprattutto chi l'ha fatta.
Quel mondo di giovani che ignorano perchè la scuola si chiusa il 25 aprile,il 2 giugno e non sono qui a festeggiare con lui.
Il mondo di cui parla il Gancia,il Comandante Diavolo,di cui parlava Varese,di cui parlano e hanno parlao quasi tutti i nonni liguri e italiani in generale sta lentamente scomparendo.
Quel mondo che si voleva costruire sul rispetto dell'altro,sulla tolleranza sulla libertà e l'uguaglianza è stato schiacciato dal paese delle ronde xenofobe ,dalle continue morti degli operai, dai Presidenti mafiosi e puttanieri.
Finisce la cena e ci ritroviamo a parlare coi "veci" al tavolo.Bevono ,fumano,cantano,festeggiano insomma."Ai miei tempi (ci dice Ivan)la moussa n'era mica così facile da catae!"(risate generali)..Non andavamo a ballare noi ,e la resistenza non l'abbiam fatta per raccontarvi del freddo che ci avevamo in montagna!l'abbiam fatta fanti per farvi anae a balae e andarci anche noi!per aver un paese dove esser felici e tutti uguali!"
Cantiamo con loro e tutti si uniscono ai cori che riecheggiano nelle verdi colline di uliveti che guardano il Golfo.
Il Gancia canta per chi non c'è più ed è morto accanto a lui,
Fiore per i suoi 20 anni che nessuno gli renderà mai indietro,
Coclite per la grande idea di uomo che aveva il socialismo e tutti gli dicon che adesso è morta,
E io canto per i miei figli se ne avrò,
che qualsiasi cosa leggeranno gli verrà raccontata o studieranno sui libri,non conosceranno mai gli uomini che sono morti per loro sui miei monti,
non potranno mai dirgli "Grazie" guardandogli negli occhi,nè ascoltare le loro strane storie nelle sere di giugno,quando l'aria è calda
ma il vento che tira dal mare arriva a sprazzi apungere la pelle,
a ricordarci DI RICORDARE.
buonanotte.