sabato 2 gennaio 2010

CALCIO D'INIZIO


L'ho visto appena la sveglia del cellulare ha cominciato a percuotere il mio timpano con suono sincopato e terribile e ho aperto lentamente gli occhi.
L'ho scorto voltandomi verso la finestra che arrivava e mi strizzava l'occhio sfidandomi.Arrivava lento e prendendomi per mano mi conduceva all'interno dello stadio lasciandomi lì solo e assonnato.
Il pallone è sul dischetto del cerchio di centrocampo ma l'arbitro ha già fischiato da 24 ore l'inizio della partita in attesa che la squadra ospite tocchi il pallone.
Non ha fretta.
Stà li immobile col suo fischietto pronto a fermare il gioco,a condizionare l'esito dell'incontro con decisioni palesemente scorrette senza sentirsi in dovere di fornirmi una spiegazione.Il pubblico sugli spalti comincia a rumoreggiare e aspetta anch'esso di fare la sua parte;di saltare in piedi ad applaudirmi e ad invocare il mio nome o a maledire la mia incapacità e la mia arroganza,a protendersi per sputarmi in faccia dalle tribune mentre mesto abbandono il campo di gioco .
Sono a centrocampo e aspetto di toccare il maledetto pallone e sò che nessun arbitro e nessun pubblico può condizionare l'abilità di chi sta in campo.Nessun soggetto esterno a ciò che collega le mie sinapsi alle mie gambe e ai miei piedi, può impedirmi di dribblare con una finta di corpo a sinistra l'avversario-fermarmi un momento per raddrizzare il baricentro-portarmi la palla sul destro e di collo piede insaccare di rabbia alle spalle del portiere.Si tratta solo di passare la palla ed iniziare l'azione.Buon anno a me.