venerdì 3 dicembre 2010

I RIOTTOSI E IL CAFFè MANCATO INSIEME A PIERPAOLO.(1968-2010)

II PCI ai giovani!!
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,

sabato 2 gennaio 2010

CALCIO D'INIZIO


L'ho visto appena la sveglia del cellulare ha cominciato a percuotere il mio timpano con suono sincopato e terribile e ho aperto lentamente gli occhi.
L'ho scorto voltandomi verso la finestra che arrivava e mi strizzava l'occhio sfidandomi.Arrivava lento e prendendomi per mano mi conduceva all'interno dello stadio lasciandomi lì solo e assonnato.
Il pallone è sul dischetto del cerchio di centrocampo ma l'arbitro ha già fischiato da 24 ore l'inizio della partita in attesa che la squadra ospite tocchi il pallone.
Non ha fretta.
Stà li immobile col suo fischietto pronto a fermare il gioco,a condizionare l'esito dell'incontro con decisioni palesemente scorrette senza sentirsi in dovere di fornirmi una spiegazione.Il pubblico sugli spalti comincia a rumoreggiare e aspetta anch'esso di fare la sua parte;di saltare in piedi ad applaudirmi e ad invocare il mio nome o a maledire la mia incapacità e la mia arroganza,a protendersi per sputarmi in faccia dalle tribune mentre mesto abbandono il campo di gioco .
Sono a centrocampo e aspetto di toccare il maledetto pallone e sò che nessun arbitro e nessun pubblico può condizionare l'abilità di chi sta in campo.Nessun soggetto esterno a ciò che collega le mie sinapsi alle mie gambe e ai miei piedi, può impedirmi di dribblare con una finta di corpo a sinistra l'avversario-fermarmi un momento per raddrizzare il baricentro-portarmi la palla sul destro e di collo piede insaccare di rabbia alle spalle del portiere.Si tratta solo di passare la palla ed iniziare l'azione.Buon anno a me.