venerdì 23 ottobre 2009

VENNE IL GIORNO


E finalmente arrivò anche quel giorno. Erano in tanti ad aspettare,così tanti che Dio esausto da tutto quel frastuono di dialetti e urla,decise di spalancare l’enorme portone ed uscire allo scoperto. Il marasma si affievolì un poco ed egli cominciò con una schiera di aiutanti ad indirizzare gli uomini ognuno verso il posto che meritavano facendoli mettere in tante file. Quand’ecco che all’improvviso un giovanotto ruppe le righe e cominciò ad avanzare risoluto verso Dio. Era bello e prestante,coi capelli biondi color oro e gli occhi azzurri come il mare, ma coi vestiti stracciati ,la cravatta in mano e il volto solcato dalle occhiaie.

Di colpo ogni rumore cessò. Il giovane arrivato proprio davanti a Dio,che lo fissava divertito,disse:”Sono Neoliberismo” Si gettò per terra e straziato dal terrore urlava”perdonami!” Dio non fece una piega e allora il giovanotto tirato su il viso e asciugatosi le lacrime iniziò a parlare. “Ho ingannato gli uomini fino ad oggi e fatto scontare le penitenze delle mie falsità all’umanità intera”. Dio lo pregò di continuare. Non che fosse particolarmente interessato,era piuttosto perché gli uomini intorno al ragazzo ascoltassero il peccato dalla stessa voce del peccatore e per una buona volta uscissero dalla loro beata ignoranza. “Ho superato tutte le mie possibilità”,continuò Neoliberismo,”Ero convinto che potessi correggere la rotta e regolamentarmi una volta persa la bussola, ma era troppo tardi”. “Ho giocato con gli uomini al gioco delle tre carte,sai come funziona?Beh è semplice il giocatore paga ad ogni mano per trovare l’asso su tre carte,non è difficile detta così,il punto è che oltre alla velocità del mazziere, il mazzo è sempre truccato,tanto per non rischiare e quindi il banco vince sempre. Ho indotto tutti a pensare che non c’era niente di più facile che ritrovarsi denaro facile nelle tasche seguendo i miei consigli. Sono stato anche piuttosto bravo, lo devi riconoscere, a convincere il mondo a piegarsi carponi alle mie regole. Gli stati sono scomparsi coi loro governi per far spazio alle mie banche alle mie corporations e ho avuto buon gioco a sussurrare all’orecchio di alcuni politici che lo stato sociale era perfettamente inutile e andava eliminato,che i sindacati erano scocciatori e che l’unica cosa che contava era abolire ogni tipo di regola e poi tutti avremmo banchettato alla mia tavola e le portate non sarebbero mai terminate”. Mentre il giovane continuava a parlare  la gente si avvicinava. Alcuni erano paonazzi e volevano saltare alla gola del ragazzo,altri,ventiquattro ore sotto braccio e un mazzo di quotidiani diversi uno per giorno della settimana,cercavano di defilarsi per timore di essere linciati dalla maggioranza inviperita. La maggior parte aveva la faccia come l’ha un bambino che a natale ha scartato i regali e sotto alla carta velina e ai fiocchi di raso ha trovato la scatola vuota. Intanto Neoliberismo continuava. “Ci ho preso gusto sai,ero dappertutto altro che te,scusa se mi permetto,ma io ho lavorato per vent’anni e più senza nemmeno un giorno di riposo e in tutti i luoghi del mondo contemporaneamente per giunta. Ultimamente ho avuto un po’ di problemi in America Latina da quando i nuovi governi di sinistra hanno firmato trattati economici coi quali cercavano di svincolarsi da me e dalla politica degli stati che mi sono fedeli,che peccato con tutte quelle risorse e quel petrolio...Ci stanno rimanendo male i miei amici Nord Americani sai? Ma ora non va più di moda il golpe militare foraggiato dalle intelligenze ,ho spiegato ai miei discepoli. Per tappare la bocca a questi aspiranti eroi servono stilografiche,un buon fegato e conti alle Cayman,ho cercato di spiegarlo a George ma che ci vuoi fare lui è un anima cow-boy,adora le soluzioni alla Generale Custer con la cavalleria che arriva a crivellare gli indiani e questo metodo non paga più con tutti i giornalisti ficcanaso che ci sono in giro.Ho dato il Gattopardo al nuovo presidente per illuminarlo su come proteggermi ,mmh.. ora mi sfugge il nome dell’autore! “Tomasi di Lampedusa”suggerì Dio, “Ecco.bravo!” rispose Neoliberismo.”Se vogliamo che tutto rimanga com’è,bisogna che tutto cambi”.I presupposti per far bene direi che ci sono . Pensa che in pochi anni ho completamente modificato le abitudini degli abitanti del pianeta in ordine di costumi alimentazione,urbanizzazione e nessuno ha battuto ciglio. All’ora di pranzo ero hamburger a Pechino e all’ora di cena sushi a Madrid. Ho convinto il mondo che io fossi un totem innanzi al quale prostrarsi e indotto i miei adepti a santificarmi ogni giorno quando i “muezzin” dei miei minareti consacrati al denaro che ho sparso su tutti i continenti,da Wall Street a Londra a Piazza Affari,chiamavano a raccolta le mie pecorelle per la lettura dei titoli che miracolosamente salivano sempre e riversavano contante virtuale sulle loro teste. Ho creato una voragine fra paesi in via di sviluppo e paesi poveri grande quanto lo sono state le mie menzogne e le mie promesse di prosperità eterna. Il crollo del muro e il collasso dell’Unione Sovietica mi ha dato una grossa mano nel promuovere i miei dogmi,diciamo che è stato uno scherzo;avevano così sete di libertà al dì là del muro che ormai sono quasi più a casa mia a Mosca e a Praga che non a Londra o a New York. I miei fast-food hanno sostituito quelle stupide cooperative e sui grandi viali ora illuminati costantemente, nell’odore di manzo bruciato portato dal vento,scorrazzano le mie ancelle in pelliccia e stivaloni,a produrre ricchezza e a offrire servizi”.La situazione intanto era degenerata. Un gruppo di piccoli imprenditori bergamaschi stava massacrando un banchiere con un gatto a nove code che girava di mano in mano lordo di sangue. “Toh! Prendi!,Questo è per i miei soldi che hai reinvestito con la stessa sicurezza di un un ubriaco che gioca alla roulette!”. Correvano gli agenti di borsa inseguiti da folle inferocite di investitori mentre i poveri, sereni aspettavano le decisioni di Dio con la tranquillità di chi ha un full al kappa sul flop e sa di aver già vinto la partita. Tuttavia c’era anche chi non era per nulla toccato dalla situazione. Nella fila n°3564 un signore distinto.Stava convincendo un gruppetto di argentini che, se ben remunerato, gli avrebbe fatti avanzare nella fila. Dio se ne accorse e il recidivo venne scaraventato all’ultimo posto,mentre i denari degli sconsiderati si incenerivano nelle sue mani. “è nella loro natura servirmi vedi!” proseguì Neoliberismo. Si sono abituati a vendere e  ad attribuire un prezzo anche ai desideri e agli avvenimenti sui quali comunque non hanno nessun potere decisionale. “Non sono io la vostra salvezza! Non lo sono mai stato! Urlava distrutto dalle lacrime in direzione della folla mentre si stracciava la camicia di lino e si flagellava con il suo blackbarry nel volto mentre il sangue colava sul suo petto candido.

Nuovamente si voltò verso Dio. Lui era là,imperturbabile aspettava di poter iniziare finalmente le operazioni di smistamento dei mortali. Il Signore schioccò le dita e mano a mano le persone oltrepassavano il grande portone o scendevano dalle scale poste poco più in là. Quando venne il turno del giovane Dio indugiò un poco e poi disse: “Figlio mio ho deciso che non sarai giudicato come tutti gli altri,io stesso ti ucciderò e morirai fra le peggiori sofferenze e non avrò pietà nemmeno per un secondo del tuo corpo e della tua anima” Neoliberismo,pallido in volto rispose: “Signore ma io devo essere giudicato non ucciso! Spediscimi all’inferno ma non mi uccidere!” 


Dio,mentre si preparava a massacrarlo ,ridendo sotto ai suoi grandi baffi disse: “Anche a me piace non avere regole a volte”.

Nessun commento:

Posta un commento